Il pavor nocturnus è molto comune tra i bambini piccoli, ma talvolta interessa anche gli adulti: si stima infatti che il 2% degli over 18 soffra di questo disturbo, anche se la percentuale potrebbe essere anche più alta, visto che gli episodi di pavor nocturnus generalmente non vengono ricordati al risveglio.
I sintomi più diffusi del pavor nocturnus negli adulti sono:
- Urlare
- Piangere
- Fissare un punto nel vuoto
- Dimenarsi nel letto
- Respirare più rapidamente del normale
- Tachicardia
- Sudore e arrossamento
- Sensazione di confusione
- Alzarsi e muoversi per la stanza
- Manifestare aggressività se qualcun altro, come il partner o un familiare, tenta di calmare la persona.
Il pavor nocturnus si manifesta solitamente nella prima parte della notte, durante il cosiddetto “sonno a onde lente” o sonno NREM (non-rapid eye movement). Può avvenire anche due volte in una notte, avere una durata che varia da pochi secondi fino a una decina di minuti e apparire con regolarità o in modo saltuario. Dopo l’episodio, generalmente ci si rimette a dormire e non si ricorda più nulla al risveglio.
Pavor nocturnus: come si cura?
Per il pavor nocturnus degli adulti la cura consiste soprattutto in accorgimenti che si possono mettere in pratica in autonomia, salvo se il proprio medico curante attesti che la manifestazione degli episodi è legata ad altri problemi, quali per esempio stress o disturbi del sonno come le apnee notturne.
I rimedi per il pavor nocturnus negli adulti si possono dunque riassumere in alcune best practices da seguire, tra cui rendere tranquillo e sicuro l’ambiente dedicato al sonno, ridurre lo stress (magari anche con l’aiuto di un integratore alimentare), cercare di dormire di più e tenere un diario in cui registrare gli episodi avvenuti, in che modo si sono manifestati e con che frequenza.